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De Laurentiis, la proposta: “Superlega? Sì, ma come dico io”

De Laurentiis – Ve la ricordate la Superlega?

Come dimenticarla. Quell’annuncio arrivato in piena notte, i club inglesi che scappano dopo poche ore, le continue minacce di Ceferin a Juventus, Barcellona e Real Madrid, unici club rimasti all’interno del progetto.

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Una guerra di potere (ma non solo), che continua silenziosa nei palazzi del grande calcio.

C’è chi, a quell’ormai famoso torneo, non era stato invitato, ma che ha comunque pensato a una nuova Superlega, con nuove regole e nuovi club.

Una proposta destinata inevitabilmente a far discutere.

De Laurentiis, la proposta: “Superlega? Sì, ma come dico io”

Intervistato dal Daily Mail, Aurelio De Laurentiis ha parlato della sua proposta per rinnovare il calcio.

Si tratta di un campionato europeo per club in grado di generare introiti per 10 miliardi di euro.

La differenza rispetto alla Superlega? Questo torneo sarebbe basato sul merito.

“Il sistema non funziona più”, ha tuonato il presidente del Napoli, “la Champions e l’Europa League non generano entrate sufficienti per i club per giustificare la partecipazione. Per essere competitivi hai bisogno di avere più giocatori di alto livello. Questo significa che devi spendere di più, ma i premi in denaro delle competizioni europee non ne tengono conto. Ecco perché i club hanno bisogno di parlare tra loro per creare un torneo più moderno e che sia redditizio per tutti i partecipanti”.

Poi, sulla proposta nel concreto:

“L’obiettivo è quello di ridurre il numero di partite riducendo le dimensioni delle migliori divisioni in tutta Europa. Inoltre, creiamo un campionato europeo con un sistema di ingresso democratico, basato su ciò che le squadre ottengono nelle loro competizioni nazionali. Ho esaminato un progetto pronto a portare 10 miliardi di euro al calcio europeo. Ma ci vogliono volontà e totale indipendenza”.

Infine, sul futuro del calcio:

“Se non cambiamo le regole del gioco e non lo rendiamo uno spettacolo migliore, i giovani ci abbandoneranno e il calcio non sarà più la parte centrale della nostra vita. Le persone tra gli 8 e i 25 anni hanno smesso di guardare il calcio, preferiscono giocare con gli smartphone. Non sto dicendo che l’abitudine di guardare il calcio in diretta in uno stadio morirà, ma ora abbiamo lo ‘stadio virtuale’, che può attirare miliardi di persone a giocare gli uni contro gli altri. Chissà se riusciremo a riportarli sulla strada dello sport più grande e influente del mondo…”.

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di
Simone Nasso

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