Tutto Juve, Agnelli: “Superlega? Sì, ma campionato nostro e non con l’Uefa”

TUTTO JUVE- Andrea Agnelli,intervenuto dal teatro Sociale di Trento, in occasione del Festival dello Sport di RCS, ha fatto il punto sul capitolo “Superlega”.

Superlega, ecco il piano:

Queste le parole di Agnelli trascritte da “IlBianconero.com”: “Ho il piacere di essere qui a condividere questo incontro. Quando parliamo del futuro del calcio, si deve mettere come base la passione. Siamo in una fase di valutazione per il calcio del futuro: la modifica della Champions per ora è stata minima (introduzione della 4a squadra) e ne ha beneficiato la Germania. Si cerca maggiore inclusione, ma puntando sulla qualità. In Italia ci appassioniamo solo al gioco vero, ai turni importanti, le qualificazioni hanno poco seguito, lo dimostra l’Atalanta. Però nei mesi estivi ci sono 10 partite in due mesi, l’esigenza dei club di mezzo è vedere razionalizzato questo calendario per migliorare. La Uefa ha questo interesse, noi siamo con loro, loro sono con noi. Il 2024 è un foglio di carta bianca: lì scade il calendario internazionale, da lì in poi si può scrivere qualcosa di nuovo. In questo momento abbiamo tornei che iniziano sfalzati, che si giocano in mesi diversi, ma anche un massimo di partite diverse: quindi c’è margine per ottimizzare il tutto, armonizzare. Il centro degli interessi è evidentemente l’Europa. Si penserà tutti insieme a un ribilanciamento delle coppe nazionali, dei calendari, che vuol dire anche maggiore solidarietà per i Paesi che ne hanno bisogno. Avere un foglio bianco davanti per me è emozionante, una sfida che può essere vinta se tutti gli investitori lavoreranno con passione”. 

Agnelli: “Parliamo di un sistema chiuso, spesso in passato ho fatto riferimento ai modelli americani che vanno tenuti perchè fruttano. Ogni tanto mi è capitato di scherzare con Ceferin e dirgli: ‘Se facciamo la Superlega non la faremo qui con te, andiamo da un’altra parte’. Quella che è la mia volontà è individuare un modello di sviluppo e crescita all’interno del sistema. Quello che deve rimanere è il dogma di poter vincere la propria massima competizione nazionale: deve rimanere”.