MAROTTA – Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, torna a parlare dell’addio alla Juventus ai microfoni de Il Secolo XIX. Ha parlato anche di CR7 e della tragedia del ponte Morandi.
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JUVENTUS – “Era arrivato il momento di cambiare. Con me sono cresciuti manager che dovevano ormai prendersi delle responsabilità e la società ha deciso un cambio generazionale. Certo, si poteva gestire meglio il cambiamento. Però citerò Mandela che diceva: nella vita non perdi mai, o vinci o impari. Nel mio caso poi si è chiusa una porta e si è aperto un portone”.
SU RONALDO – “Un campione, prima con la testa. Nella sua carriera ha fatto 100, non si accontenta e vuole arrivare 120. Non trascura niente: allenamenti, stila di vita, comunicazione”.
SULLA TRAGEDIA DI PONTE MORANDI – “Ero nella sede della Juventus e stavo guardando Sky Tg 24. Subito è stato come una ferita, che si è propagata in un istante. Come se una parte del corpo ti venisse a mancare, una spaccatura netta. Poi ha iniziato a salire l’angoscia nel vedere quello che accadeva. Perin e Bonucci rischiavano di essere proprio lì in quell’istante, ci siamo informati subito, erano già rientrati”.
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