Una notizia stupefacente, che spiega perfettamente il Lippi uomo e allenatore dietro il periodo di maggior successo per la Juventus.
La Juventus, storicamente, è sempre stata una squadra d’altissimo profilo in Europa. Nonostante le sole due Champions League vinte, i bianconeri, all’estero, venivano e vengono visti come una delle corazzate più temibili da affrontare.
Prima il Liverpool, poi l’Ajax: questi i due picchi europei dei bianconeri. Che nel mentre, purtroppo, hanno buttato al vento ben 7 finali della competizioni, segnando il record negativo europeo in termini di atti conclusivi persi.
Nel 2003 sulla panchina bianconera sedeva Marcello Lippi, da molti considerato il miglior allenatore della storia della Juventus. Il tecnico, che tre estati dopo guidò la cavalcata azzurra al quarto Mondiale della nostra storia, raggiunse la finale di Champions League in quella stagione.
A Manchester, per la sfortuna della Vecchia Signora, si verificò lo scenario peggiore: finale con il Milan (unico caso di sfida tutta tricolore nella storia della competizione), persa ai calci di rigore.
Ad ogni modo, la Juventus e Lippi furono grandissimi protagonisti nel percorso che li portò a giocarsi l’atto finale in Inghilterra. In particolar modo, nella mente dei tifosi e degli appassionati, resta tuttora l’impresa contro il Real Madrid dei Galacticos in semifinale.
L’andata al Santiago Bernabéu terminò 2-1 per i Blancos, all’epoca paragonabili al Paris Saint-Germain odierno per potenza economica e qualità della rosa. Una squadra pigliatutto, che proprio dai bianconeri aveva acquistato Zizou Zidane.
Il ritorno al leggendario Delle Alpi, però, fu tutto di marca bianconera, con un sonoro 3-1 che la corazzata di Lippi riuscì ad infliggere a quella di del Bosque, anch’egli salito sul tetto del mondo esattamente 4 anni dopo l’allenatore italiano, con la Spagna nel 2010.
Non un caso che due istituzioni come Lippi e del Bosque diedero spettacolo in quella semifinale e raggiunsero il tetto del mondo con le rispettive nazionali, di lì a poco. Uno scatto da incorniciare, risalente proprio a quel maggio del 2003, riguarda gli appunti e le tattiche del tecnico toscano che anticipavano la sfida al Real.
Un vero e proprio pezzo di storia, che sottolinea tutto lo studio e la preparazione dietro al lavoro di Lippi e all’impresa bianconera, col sogno di alzare la terza Champions League infrantosi contro il Milan di Carlo Ancelotti, mai sul tetto del mondo con una nazionale ma allenatore più vincente della storia del calcio.
Altri tempi, altre personalità ed altra metodologia e dedizione al lavoro. Il calcio italiano non può che prendere esempio dalla vecchia generazione di allenatori e calciatori, capaci di vincere tutto in Europa e nel mondo.
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