Un argomento che tiene sotto scacco la Serie A da più di un anno: le plusvalenze fittizie e il loro ruolo nel mondo del calcio.
È da tempo che sentiamo parlare di plusvalenze fittizie, e da ancor più tempo di plusvalenze e basta. Il mondo del calcio, da anni, ha introdotto nel suo gergo sempre più discorsi riguardanti l’economia e al giorno d’oggi tocca essere informati -quasi- a 360°.
In realtà è dallo scorso decennio che la questione è diventata parte integrante della Serie A. Oggi proveremo a far chiarezza sia sulle plusvalenze che, nel merito, su quelle fittizie che hanno guidato -e continuano a farlo- l’inchiesta Prisma.
Letteralmente, la plusvalenza è un incremento di valore in positivo dello stesso bene in momenti diversi. Applicando questo discorso al calcio, è facile comprendere come l’aumento del prezzo di cartellino di un calciatore rispetto a quello d’acquisto porti ad una plusvalenza.
Capite bene, dunque, che un ragazzo proveniente dalle giovanili di una squadra o uno prelevato a parametro zero perché svincolatosi dal suo club precedente, in caso di cessione, rappresenti una golosa plusvalenza per il venditore.
Uno dei casi più eclatanti degli ultimi anni di plusvalenza in Serie A è quello di Pogba, preso a zero proprio dalla Juventus e rivenduto qualche anno dopo al Manchester United per 105 milioni di euro più bonus.
Come molte cose nel nostro paese, però, anche le plusvalenze sono state e continuano ad essere oggetto di abuso. In Serie A, come nelle leghe cadette, infatti, vengono utilizzate per far quadrare i conti.
Ecco perché si è parlato delle plusvalenze della Juventus e dei casi sospetti, come quelli di Arthur, Cancelo e Pjanic, ma di molte altre ancora. Ecco, anche altri club di Serie A hanno adoperato questa “via di fuga” per raggirare la chiusura di bilancio che si tiene ogni giugno, a fine stagione.
Semplicemente, i club si scambiano favori reciprocamente per far quadrare i conti, valutando oltremisura i propri calciatori. Pensate a Portanova, acquistato dal Genoa qualche anno fa per 10 milioni di euro nonostante provenisse dalla Primavera, e al favore ricambiato con l’acquista, da parte dei bianconeri, di Rovella per 18 milioni di euro qualche mese più tardi.
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