Non solo Del Piero: le leggende della Juve che sono diventate dirigenti

Alessandro Del Piero è ormai prossimo a diventare un dirigente della Juventus e Pinturicchio non vede l’ora di iniziare la sua avventura.

Ormai è certa la notizia del passaggio all’interno della dirigenza della Juventus di Alessandro Del Piero, con il campionissimo veneto che ha saputo scrivere la storia della squadra bianconera nel corso della propria straordinaria carriera e ora dopo il campo vuole mettersi in mostra anche dietro la scrivania.

Alessandro Del Piero
LaPresse

Prima delle dimissioni del Presidente Andrea Agnelli era praticamente impossibile vedere Pinturicchio in queste vesti, ricordiamo infatti i gravi problemi che ha avuto con l’ex numero uno in occasione della sua ultima stagione 2011-2012, con il caso del mancato rinnovo del contratto che aveva tenuto banco per tutta l’annata.

Ora però tutto quanto è cambiato in casa bianconera e c’è la voglia di poter ripartire da zero, in modo tale da permettere alla Vecchia Signora di potersi avvicinare sempre di più all’amore dei suoi tifosi mettendo delle figure di primissimo piano.

La decisione di dare una carica dirigenziale a un grande giocatore del passato era già stata ampiamente utilizzata in casa bianconera, dato che questa scelta dà la possibilità di poter creare un collante tra lo spogliatoio e la società.

Del Piero dunque non è il primo caso, anzi adesso andremo a scoprire assieme i cinque precedenti più eclatanti che hanno portato dei grandi campioni in campo a diventare degli splendidi dirigenti.

Gianpiero Combi, il portiere del “Quinquennio d’oro”: fondamentale durante la Guerra

Il primo nome di prestigio che ha potuto passare dal campo la scrivania è stato sicuramente il portiere Gianpiero Combi, un fenomeno che è stato ampiamente celebrato e festeggiato per le sue straordinarie prestazioni in occasione del Mondiale vinto dall’Italia nel 1934.

Tutti quanti lo ricordano per essere stato forse il primo grandissimo numero uno della porta bianconera, ma in pochi sanno che dal 1940 entrò direttamente all’interno della dirigenza bianconera, con il ruolo di consigliere della società.

Questo ruolo fu fondamentale per la Juventus, dato che riuscì a mettere le basi per i grandi successi degli anni cinquanta, peccato che morì molto giovane solamente nel 1956.

Giampiero Boniperti, ovunque un fenomeno: nessuno come lui

Il caso più eclatante è sicuramente quello legato a Giampiero Boniperti, un campionissimo degli anni cinquanta che divenne il simbolo della rinascita bianconera, dimostrandosi determinante prima con i danesi Hansen e Praest e poi con John Charles e Omar Sivori.

 

Tutti quanti però lo ricordano perfettamente nel ruolo di Presidente per circa 30 anni di Juventus, con i successi dell’Era Trapattoni tra gli anni 70 e 80 che portano tutti la firma di Boniperti.

Simbolo di juventinità come pochissimi altri nella storia, è suo il noto mottoVincere è l’unica cosa che conta”, è diventato il vero e proprio incubo di tutti i giocatori bianconeri durante la sua presidenza, con i contratti che puntualmente venivano sempre fatti al ribasso e al minimo sindacale.

Beppe Furino, il Capitano gentiluomo: scopritore di talenti

Negli anni 70 uno dei grandi simboli della Juventus era il libero siciliano Beppe Furino, un giocatore non dotato di grandi qualità tecniche, ma che sicuramente eccelleva per le doti umane.

Fu il capitano e il leader della Juventus per oltre un decennio, pur non riuscendo mai a debuttare nella nazionale italiana, ma il suo nome è scritto a lettere cubitali nella leggendaria storia di Madama.

Dal 1991 al 1998 inoltre Beppe Furino tornò all’interno della Juventus, con il suo ruolo che era quello di scopritore di talenti, infatti era il Responsabile della Primavera e del settore giovanile.

Roberto Bettega, il volto pulito della Triade: campione indimenticabile

Un altro giocatore che sicuramente è riuscito a scrivere pagine memorabili della Juventus non soltanto in campo ma anche dietro la scrivania è stato Roberto Bettega, il leggendario campione che ha saputo emozionare i tifosi bianconeri tra la fine degli anni 70 I primi anni 80.

Bobby gol oltre alle sue straordinarie incursioni in area di rigore da giocatore ha saputo far parte di una delle più grandi dirigenze che siano mai esistite nella storia del calcio italiano e nella Juventus, la famosissima Triade formata anche da Luciano Moggi e Antonio Giraudo.

Purtroppo il caso di Calciopoli ha definitivamente distrutto l’idillio tra la Juventus e il suo fenomeno, con il ruolo da dirigente che è durato dal 1994 al 2006.

Marco Tardelli come Del Piero: dirigente dopo uno scandalo

Chiudiamo con il caso legato a Marco Tardelli, un giocatore che aveva provato la carriera da allenatore una volta terminata l’esperienza da giocatore, con l’avventura con l’Under 21 italiana che purtroppo è stata vanificata dalla disastrosa annata con l’Inter 2000-01.

Non aveva mai fatto parte della dirigenza della Juventus, ma una volta scoppiato il caso Calciopoli ha deciso di diventare il consigliere del club in occasione della stagione in Serie B 2006-07.

Rimase solamente per quella stagione, dunque fu solamente un atto di fede e di grande amore nei confronti della sua amata Juventus nel momento più difficile della sua storia.