Leonardo Bonucci, difensore della Juventus, in passato ha dovuto affrontare una delle sfide più difficili nella vita di un uomo.
Uno dei punti di forza della Juventus è sempre stata la fase difensiva; se i bianconeri hanno imposto il loro dominio, per nove lunghi anni, lo devono alla solidità del reparto arretrato. Il club è passato dal trittico Barzagli, Bonucci, Chiellini alla coppia formata dagli ultimi due. In questa stagione, Allegri ha trovato difficoltà inattese sotto questo punto di vista; mettere in difficoltà la Juventus, compito praticamente impossibile, era diventato troppo semplice per gli avversari.
Nell’ultimo mese, dal successo contro la Fiorentina, il tecnico sembra aver ritrovato la compattezza difensiva; tolto il disastro di Stamford Bridge, la Juventus ha subito un solo gol, da Zapata, nelle ultime sei partite. Dato importante e che può essere spiegato sia dall’equilibrio trovato dai reparti sia dalla crescita dei singoli; de Ligt si sta definitivamente imponendo nella difensa bianconera, Chiellini è stato recuperato e Bonucci resta quel leader di cui è impossibile fare a meno.
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Nel sistema di gioco di Allegri, un ruolo fondamentale lo ha Bonucci; l’ex difensore del Milan, oltre ad essere molto forte in fase di marcatura, riesce ad impostare il gioco con estrema qualità diventando, in un certo senso, il primo regista della squadra. Il classe 1987 è anche un ottimo rigorista come dimostrato dalla sfida dell’Olimpico, contro la Lazio.
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Bonucci, oltre ad essere un giocatore di assoluto livello, è anche un uomo ed un padre straordinario. Cinque anni fa fu costretto ad affrontare uno degli avversari più difficili di tutti, la malattia; ancora più complicata se la persona colpita è tuo figlio di soli due anni. Inizialmente si pensava ad tumore cerebrale infantile per poi scoprire che il piccolo Matteo doveva affrontare la leucemia. Bonucci e la sua famiglia affrontarono la situazione in silenzio ma con tanto coraggio; oggi se il bambino sta bene lo si deve ad un intervento piuttosto invasivo e un ricovero di quasi un mese. Nessun gol, nessun trofeo saranno mai paragonabili alla vita del proprio figlio, salvatosi da una terribile malattia.