Infortunio da paura: la gamba si spezza e il calciatore esce in lacrime (Video)

Quando un giocatore subisce un infortunio è sempre difficile stabilire come rientrerà in campo e in certi casi porta alla fine della carriera.

La carriera di un calciatore è come la vita di tutti noi che ammiriamo e sosteniamo le sue grandi giocate, ricca di imprevisti e di colpi di scena che in certi casi permettono di avere un miglioramento della propria posizione, mentre in altri può portare a incidenti gravissimi e un infortunio si può trasformare in una vera e propria condanna per il proseguimento della propria avventura sul campo da gioco.

Eduardo infortunio Arsenal (LaPresse)
Eduardo infortunio Arsenal (LaPresse)

Se iniziassimo a raccontare di quante sono state le carriera che sono state tragicamente interrotte da qualche infortunio gravissimo probabilmente faremmo notte, perché tra i giocatori che in età giovanile hanno dovuto dire addio al loro grande sogno e chi non è stato in grado di riprendersi in età avanzata, i casi sono davvero tantissimi.

Non è facile raccontare questi momenti nemmeno per noi addetti ai lavori che dobbiamo spiegare e metterci nelle condizioni di raccontare al pubblico ciò che è accaduto per colpa di falli e interventi che sono stati a dir poco letali per la carriera di un collega che si è ritrovato senza più un lavoro.

Perché ogni volta che parliamo di un calciatore dobbiamo sempre ricordarci che il pallone che rotola e che deve finire in rete non rappresenta un divertimento o un passatempo come lo è per la maggior parte delle persone, ma è il mezzo con il quale bisogna vivere per tantissimi anni della propria vita.

Per questo motivo uno dei codici etici di tutti i calciatori è quello di evitare dei falli troppo vigorosi e troppo duri, in modo tale da non compromettere il proseguo della carriera del collega che rischia davvero di subire una serie di interventi e di operazioni che finiscono per troncarne il futuro.

Questo è quello che è successo al brasiliano, naturalizzato croato, Eduardo da Silva, un giocatore che forse ai più giovani dice poco, ma che era stato in grado di salire alla ribalta delle cronache di tutta Europa grazie alle sue grandi prestazioni quando era ancora molto giovane e vestiva la maglia dei Gunners dell’Arsenal.

Wenger è sempre stato un tecnico che amava cercare in giro per il mondo i migliori talenti da poter acquistare per poi far crescere nel Nord di Londra e con Eduardo il colpo sembrava essere di quelli di primo piano, dato che il ragazzo approdato a Zagabria solamente a 15 anni, si era inserito nel migliore dei modi nel più difficile e tecnico calcio inglese.

Le sue prestazioni sono state fin da subito molto convincenti e il suo ruolo è diventato via via sempre più centrale, fino a quel maledetto giorno che ne ha per sempre troncato la carriera e rovinata, dato che non scorderà mai il tristissimo 23 febbraio 2008, giorno in cui i londinesi affrontarono il Birmingham.

La partita era iniziata solamente da due minuti quando il rude, e criminale, difensore Martin Taylor decise di entrare deliberatamente e senza un vero e proprio motivo a gamba tesa sulla tibia e sul perone di Eduardo, con le due ossa della gamba sinistra che si ruppero andando in mille pezzi e decretando così le fine della stagione per lui.

Una scena a dir poco raccapricciante, tanto è vero che se ne sconsiglia la visione a un pubblico eccessivamente sensibile, perché ciò che ha fatto Taylor è stato veramente un crimine contro il calcio e la sua squalifica non è bastata per poter ridare al football quel giovane talento di soli 24 anni.

Eduardo da Silva: i vani tentativi di riprendere con il calcio

Il croato di origine brasiliana subì un brusco stop alla propria carriera proprio nel momento in cui questa stava prendendo il decollo, dato che per prima cosa non poté partecipare all’Europeo del 2008, con la Croazia che perse uno dei suoi migliori elementi e con i balcanici che ne risentirono e non poco, dovendo schierare i vecchi Klasnic e Prso.

Rientrò in campo esattamente un anno dopo con la squadra delle riserve dell’Arsenal e i gol ripresero in Fa Cup contro il Cardiff nel 2009, ma ormai non era più lui ed era chiaro ed evidente come in campo ormai giocasse con la paura che qualche altro Taylor della situazione potesse fargli provare ancora un male incredibile come quello che aveva provato in quell’occasione.

L’Arsenal fu comprensiva al massimo con lui confermandolo anche per la stagione 2009-10, ma alla fine non ci fu più niente da fare, anche i Gunners dovevano iniziare a pensare alla costruzione di una squadra di primo livello e così venne venduto alla Shakhtar Donetsk, dove riuscì a mettersi in mostra in un campionato minore, dovendo però spesso fermarsi per qualche acciacco.

Tornò in Brasile per vestire la maglia del Flamengo, ma a 30 anni ormai era un ex calciatore, tentando così la via di ritorno in Europa ancora con il suo Shakhtar, per poi tornare in Patria all’Atletico Paranaense e infine richiedendo al suo fisico un’ultima corsa con il Legia Varsavia in Polonia, prima di chiudere definitivamente.

Quell’intervento criminale e vigliacco di Taylor nel febbraio del 2008 ha privato il calcio di un attaccante di grande talento che avrebbe sicuramente potuto migliorare ancora di più nel corso della sua carriera che purtroppo è stata troncata proprio sul più bello e proprio quando i tifosi dell’Arsenal lo avevano eletto a nuovo idolo.

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