“Il calcio di Simeone fa schifo”, clamorosa bordata del noto giornalista: ha ragione?

Diego Simeone è uno dei tecnici più iconici di questi ultimi anni, ma in molti non hanno apprezzato il suo modo di fare con critiche feroci.

Un calcio estremamente difensivista non è mai stato un piacere per gli occhi del grande pubblico che invece vorrebbe sempre vedere le squadre all’attacco e vogliose di segnare, ma Diego Simeone ha capito che la difesa è un’arma fondamentale soprattutto per squadre, almeno a parer suo, che non hanno grossa possibilità di spesa, ma ci sono state diverse critiche sul suo modo di impostare le partite.

Diego Pablo Simeone (LaPresse)
Diego Pablo Simeone (LaPresse)

Per molti anni in Italia c’è stata la mania di dover per forza cambiare il modo di giocare, una tattica che ha sempre reso grandi gli Azzurri, tanto è vero che del Catenaccio e della fase difensiva siamo sempre stati dei veri maestri in giro per il mondo, ma a un certo punto è sembrato quasi un delitto vincere aspettando in contropiede l’avversario.

Da quel momento però il calcio di casa nostra ha iniziato a impoverirsi sempre di più, soprattutto in considerazione del fatto che i soldi non fossero più quello di una volta e dunque risulta ancora più difficile pensare di battere le grandi squadre internazionali giocandosela a viso aperto contro realtà molto più ricche.

Ecco dunque che la Serie A ha iniziato a inanellare diversi fallimenti, mentre i nostri cugini spagnoli iniziavano a dimenticare il loro stile fatto di passaggi corti e molto tecnici per provare a dar vita a un Catenaccio di primo livello dal quale era impossibile passare.

Basta vedere il caso del Villarreal che elimina il Bayern Monaco non certo grazie a un gioco scintillante ed emozionante, ma l’esempio massimo è senza dubbio quello dell’Atletico Madrid di Diego Simeone, un tecnico che ha fatto della fase difensiva e dell’intensità agonistica un vero e proprio mantra, ma alla fine non tutti sono a favore di questa idea.

Chi si è sempre schierato apertamente contro è stato il giornalista di Sky Sport Italia Fabio Caressa che anche negli anni d’oro dei Colchoneros si era apertamente scagliato contro il gioco dell’argentino, spiegando a tutti come il gioco del Cholo fosse orrendo da vedere e che non potesse essere preso come esempio.

Nelle due partite dei quarti di finale di Champions League tra Manchester City e il suo Atletico, si è visto un calcio estremamente difensivista e con pochissime palle gol, con gli spagnoli che all’Etihad sono stati superati solo da un geniale filtrante di Phil Foden, dopo una partita giocata unicamente in difesa.

All’inizio questo tipo di calcio poteva anche essere interessante, anche perché i madrileni non avevano la forza economica delle grandi rivali di Spagna e nel 2014 fu un vero e proprio capolavoro tattico riuscire ad arrivare in finale di Champions League andando a un passo dal successo in finale contro il Real, ma da allora le cose sono molto cambiate.

Anche Van Basten contro Simeone: è la fine del Cholismo?

Fabio Caressa non è stato il solo a scagliarsi apertamente contro Diego Simeone, ma ci ha pensato anche una leggenda assoluta come Marco Van Basten che ha deciso di mettere in chiaro le cose, dato che l’Atletico Madrid ha speso una quantità incredibile di milioni per poter acquistare Antoine Griezmann e Joao Felix.

Il francese è tornato alla base dopo due anni di Barcellona, ma il prestito dai catalani è già costato 35 milioni di euro e il riscatto potrebbe arrivare addirittura a una cifra totale di 90 milioni, mentre il portoghese ha raggiunto un prezzo a dir poco incredibile, tanto è vero che per strapparlo al Benfica sono stati versati nelle casse dei lusitani ben 126 milioni di euro.

L’olandese spiegava dunque che per lui non ha senso spendere tutti quei soldi per attaccanti ai quali poi viene chiesto di giocare praticamente davanti alla difesa e Simeone non è stato in grado di evolversi tatticamente, dimostrandosi fondamentalmente un pauroso così come lo era al River Plate, quando con i Millonarios ottenne 1 vittoria, 6 pareggi e 6 sconfitte che risultarono fatali nella media punti che portò alla retrocessione la squadra di Buenos Aires.

Pensare che l’Atletico Madrid sia ancora la Cenerentola povera del calcio europeo e spagnolo è follia totale, perché guardando gli undici giocatori scesi in campo nella sfida del Wanda Metropolitano contro il Manchester City, noteremo che per poter formare l’undici titolare la società ha speso oltre 300 milioni di euro, pensate che l’Inter campione d’Italia in carica arriva poco sopra i 150 milioni.

Dunque per questo Simeone è rimasto un allenatore mediocre e pauroso, altro che Condottiero, un tecnico che ha bisogno di squadre piccole e di scarso classe e solo gran cuore, allora in quel caso può diventare un tecnico in grado di far fare il salto di qualità e i suoi limiti sono stati notati anche nella scorsa stagione.

Certo che l’Atletico ha ottenuto una grande vittoria in Liga, ma con il crollo di Barcellona e Real Madrid nel girone d’andata ci è voluta tutta l’incapacità dei Colchoneros di gestire un enorme vantaggio per poter far sì che Blancos e catalani potessero tornare in corsa per il titolo.

Gli anni a Madrid sono ormai 11 ed è dunque giusto che ognuno adesso vada per la propria strada perché è fondamentale che tutte e due le parti si stacchino da questa situazione ormai di stallo che ha portato tanti successi, ma anche qualche occasione perduta, per un Cholismo che è sempre rimasto ancorato al più duro dei Catenacci.