Che fine ha fatto Lucio? Dopo l’addio parole al veleno contro la Juventus

Lucio è stato uno dei più grandi difensori della storia, ma alla Juve è stato solo una meteora che non ha lasciato un bel ricordo.

Sicuramente uno dei più grandi difensori della storia recente del caso è stato il brasiliano Lucio, un giocatore che ha dimostrato di poter essere non soltanto un mastino della retroguardia, ma allo stesso tempo anche in grado di poter impostare il gioco, peccato però che alla Juventus non abbia lasciato un bel ricordo.

Lucio
LaPresse

Soprattutto durante l’esperienza di Beppe Marotta come dirigente della Juventus, i bianconeri erano soliti cercare di acquistare i migliori giocatori a parametro zero disponibili sul mercato.

Indubbiamente l’esperienza avuta con Andrea Pirlo aveva dato grande speranza la Vecchia Signora per poter trovare dei grandi campioni, con le operazioni che portarono bene anche in seguito.

Giocatori come Patrice Evra e Dani Alves (quest’ultimo era anche molto vicino al ritorno alla Juve) sono stati sicuramente determinanti per poter portare la Juventus nelle due finali di Champions League, con il francese nel 2015 con il brasiliano nel 2017.

L’obiettivo era quello di replicare la stessa trattativa con il brasiliano Lucio, con il sudamericano che nel 2012 si ritrovò a fine contratto dopo la sua esperienza molto positiva con l’Inter, per questo motivo la Juventus non perde tempo ad acquistarlo.

Fu un vero e proprio shock, considerando infatti come l’ex giocatore del Bayern Monaco era considerato un simbolo dei nerazzurri, perché nonostante ci avesse giocato solamente per tre anni, il suo ruolo nel Triplete fu fondamentale.

C’era dunque davvero tanta curiosità per capire come sarebbe andata la nuova esperienza italiana di Lucio, un giocatore che però alla Juventus è stato davvero praticamente una meteora.

Una volta arrivato a Torino il brasiliano infatti non ha mai avuto l’opportunità di poter mostrare il proprio talento, con le partite da titolare che si contano davvero sulle dita di una mano e con lui stesso che ha praticamente sempre rinnegato quella breve triste esperienza.

Addirittura negli ultimi anni è arrivato a dichiarare che non avrebbe mai dovuto vestire la maglia bianconera, con il suo passaggio a Torino che fu fondamentalmente un obbligo.

Lucio e l’astio contro la Juventus: che cosa è successo?

Sicuramente la storia d’amore tra Lucio e la Juventus avrebbe potuto essere decisamente migliore, con il brasiliano che purtroppo non ha avuto assolutamente modo di poter mostrare improvvisamente a Torino.

Addirittura in campionato ha giocato solamente una partita, ovvero quella in casa contro il Chievo, chiudendo con un ruolino davvero molto singolare, dato che il brasiliano con la maglia della Juventus ha più partite in Champions League rispetto a quelli in Serie A.

Ovviamente il numero è solamente doppio, ma Lucio era veramente considerato inizialmente come un possibile titolare della Juventus, tanto è vero che nella prima gara stagionale, ovvero nella Supercoppa Italiana contro il Napoli, giocò tutti i 120 minuti.

Il brasiliano però più volte ha parlato molto male di Antonio Conte (che vuole scippare i bianconeri nel mercato di gennaio) con il tecnico che lo aveva spinto a firmare con la Juventus, per poi non utilizzarlo praticamente mai, arrivando perfino ad affermare che fosse un bugiardo.

La sua grande passione per il calcio lo ha spinto comunque a rimanere davvero per tantissimo tempo all’interno di questo mondo, infatti non accettò mai lo scorrere del tempo.

Dopo i suoi quattro mesi molto deludente la Juventus passò al San Paolo, ma anche con la maglia del Tricolor riuscì a giocare davvero molto poco, con il passaggio ai rivali storici del Palmeiras che fu una vera e propria sofferenza, con la salvezza che arrivò solo all’ultima giornata.

Per lui c’è stata anche l’esperienza in India e in squadre brasiliane davvero di secondo piano come il Gama e la Brasiliense, la squadra con la quale ha segnato l’ultimo gol della carriera.

Dal 2020 Lucio definitivamente ha deciso di appendere le scarpette al chiodo, ma in questo momento nessuna squadra ha deciso di dargli un ruolo come dirigente o come allenatore.