Ronaldo al Manchester United perde la testa:” Se non lo mandate via me ne andrò”

La seconda avventura di Cristiano Ronaldo con il Manchester Utd non sta andando bene e la situazione si è fatta rovente nell’ultimo periodo.

Quando la Juventus aveva ceduto alla fine di agosto Cristiano Ronaldo erano stati in tantissimi che erano stati delusi dalla scelta dei bianconeri, dato che ormai il mercato era giunto al termine e non c’era davvero la possibilità di rimpiazzarlo adeguatamente, ma anche il portoghese non può dire certamente di star vivendo un sogno a Old Trafford.

Cristiano Ronaldo Juventus (LaPresse)
Cristiano Ronaldo Juventus (LaPresse)

Le minestre riscaldate difficilmente possono portare a grandi risultati, perché alla fine le aspettative sono sempre altissime e in rarissimi casi si è in grado di rispettare le attese della vigilia, in particolar modo perché l’età per i giocatori aumenta come per tutte le persone e dunque non si può pretendere di avere elementi adatti al calcio internazionale come lo erano in passato.

Cristiano Ronaldo è stato senza ombra di dubbio uno dei più grandi giocatori che si siano mai ammirati su di un campo da calcio non solo nell’epoca moderna, ma in generale in tutta la storia di questo straordinario e meraviglioso sport, riuscendo a diventare il più grande cannoniere di tutti i tempi.

Il portoghese è uno di quelli che è stato davvero in grado di rivoluzionare per sempre il mondo del calcio, riuscendo nell’impresa titanica di poter vincere ben 5 Champions League, un numero incredibile, e la prima arrivò proprio nel 2008 con la maglia del Manchester United.

I Red Deviles lo avevano scoperto quando era un ragazzino alle prime armi allo Sporting Lisbona e probabilmente nessuno poteva immaginare che avrebbe potuto realizzare una carriera così straordinaria da portarla rapidamente a essere considerato una vera e proprio potenza assoluta del calcio internazionale, riuscendo a trasformarsi da ala fantasiosa e fumosa a cannoniere implacabile.

Inutile dire dunque che a Manchester sono esplosi di gioia quando è giunta la notizia del suo ritorno a casa, ma alla fine la situazione non è di certo più la stessa del 2008, prima di tutto perché sulla panchina dei Diavoli Rossi non siede più un certo Sir Alex Ferguson, uno di quei tecnici che è stato in grado nel corso della propria carriera di ribaltare per sempre le sorti del calcio mondiale.

Da quando se n’è andato lo scozzese la squadra è entrata in un vero e proprio ciclo nero che l’ha vista via via sempre di più sprofondare nella mediocrità della classifica, con l’ingresso in Champions League che è diventato l’unico obbiettivo percorribile, nonostante fossero stati fatti davvero tantissimi investimenti importanti.

Ronaldo avrebbe dovuto essere il trascinatore della squadra, ma non è riuscito da solo a salvare la panchina di Ole Gunnar Solskjaer che è stato esonerato a metà del girone d’andata per far spazio al tedesco Ralf Rangncik un assoluto integralista del concetto di calcio che deve essere fatto di schemi e corsa.

La situazione che si è creata a Old Trafford non piace in alcun modo a CR7 che ha apertamente spiegato alla dirigenza come per lui sia impossibile continuare con questo tecnico, tanto è vero che ha creato una vera e propria spaccatura nello spogliatoio mettendo con le spalle al muro la dirigenza:” O me o lui“.

A questo punto la presidenza del Manchester United dovrà prendere una decisione entro la fine della stagione, perché anche quest’anno non è stato possibile realizzare grandi successi, con la Premier League che è la solita valle di lacrime e la Champions League che è stata persa agli ottavi di finale e tanti giocatori sono davvero stufi di questa situazione.

Cristiano come l’altro Ronaldo: il difficile rapporto con gli allenatori

Essere il numero uno al mondo non è per nulla un qualcosa di facile, anche perché la gente si aspetta sempre il 110% dalle tue prestazioni e devi essere sempre pronto con un tocco di magia a cambiare il volto della partita con un assist o un gol che possano permettere alla squadra di vincere la partita.

Il cognome Ronaldo è stato sempre molto ingombrante perché era lo stesso di un campionissimo di fine anni ’90, ovvero il Fenomeno brasiliano Luiz Nazario da Lima, che in Italia abbiamo potuto ammirare all’apice della forma a fine anni ’90 e anche per lui non è mai stata facile la convivenza con certi allenatori.

Chi ricorda molto Rangncik come idea di calcio è sicuramente Hector Cuper, con l’argentino che era stato grande protagonista dei miracoli Maiorca e Valencia, così era stata l’Inter di Massimo Moratti a voler puntare su di lui, con il sudamericano che non riusciva in alcun modo a trattare in maniera diversa dagli altri Ronaldo.

Il brasiliano era un talento assoluto del calcio mondiale e ciò che gli si chiedeva era solamente di prendere palla, dribblare quanti più avversari possibili e segnare con la classe e l’eleganza che ha sempre avuto in possesso, ma purtroppo Cuper voleva anche del sacrificio e per Ronaldo era davvero insostenibile.

Per questo motivo nel 2002 arrivò la richiesta a Moratti di scegliere tra lui e il tecnico argentino e nonostante l’ex Patron interista sia sempre stato un mangia allenatori, incredibilmente in quel caso scelse l’Hombre Vertical cedendo Ronaldo al Real Madrid per una cifra inferiore rispetto al suo straordinario valore.

Ora il Manchester United sta vivendo la stessa drammatica situazione, anche se non sarà facile per Ronaldo prevalere sul tecnico tedesco, dato che ormai ha già compiuto i 37 anni.