Allegri, conoscete il suo maestro? Ha copiato tutto da lui

Max Allegri è un allenatore molto vincente eppure è anche molto divisivo, dato che tanti non apprezzano il suo lavoro che ha un maestro.

Ormai da molti anni nessuno è più in grado di insegnare niente nella storia del calcio, infatti tutto è già stato ampiamente inventato, tanto è vero che anche Massimiliano Allegri ha potuto prendere ispirazione da un modo di giocare che ha sempre fatto molto discutere, ma che allo stesso tempo si è rivelato estremamente fruttifero.

Massimiliano Allegri Juventus (LaPresse)
Massimiliano Allegri Juventus (LaPresse)

Quando la Juventus scende in campo è difficile che strappi degli applausi a scena aperta, con questa modo di giocare che non è mai stato un grande obbiettivo di Massimiliano Allegri, dato che il tecnico toscano ha sempre dato priorità all’ottenimento del grande risultato finale.

Non tutti sono d’accordo, infatti per tanti l’idea deve essere quella che dal gioco si ottengono i risultati e il mero successo senza aver regalato un’emozione o qualcosa che possa avvicinarsi a esso non ha lo stesso valore.

Onestamente non sono mai stato d’accordo, perché il calcio non è cinema o teatro che deve intrattenere, si tratta di sport dove bisogna dimostrare di essere i migliori e soprattutto ci sono giocatori e allenatori che sono pagati per rendere al massimo delle proprie possibilità.

Dunque ben venga Max Allegri che punta al risultato, ma non è stato certo il primo che ha messo il successo alla prestazione della squadra e il grande maestro di questo stile di calcio, definito “Resultadismo”, è l’argentino Osvaldo Zubeldia.

Dal Resultadismo al Billardismo: la scuola argentina dalla quale si ispira Allegri

Per poter spiegare la storia del “Resultadismo” bisognerebbe scrivere un libro, ma cercherò di essere chiaro e sintetico allo stesso tempo.

A fine anni ’60 il Brasile era nettamente avanti rispetto all’Argentina per quanto riguarda il valore delle squadre eppure prendendo l’albo d’oro della Copa Libertadores, noteremo il fatto che sono state molte di più le realtà argentini a vincere piuttosto che quelle brasiliane.

In particolar modo divenne monumentale l’Estudiantes de la Plata che vinse dal 1968 al 1970, con un gioco davvero molto duro e difficile da affrontare, ma che così facendo permise al Pincha di ottenere tre successi continentali grazie a un gioco molto rude e spesso contestato.

Da quel momento nacque il Resultadismo, cosa molto strana per il calcio tecnico sudamericano e in quella squadra crebbe anche Carlos Bilardo, noto c.t. dell’Argentina che vinse il Mondiale del 1986 e arrivò in finale nel 1990 in maniera poco ortodossa.

Allegri ha preso moltissimo da entrambi, perché il risultato viene prima del bel gioco e siccome si sta parlando di un lavoro a tutti gli effetti bisogna ricordarsi come le società abbiano necessità di arricchire la propria bacheca e il bel gioco da solo non può bastare.

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