L’eroe della Champions al quale vennero rotte le dita:”Mi hanno distrutto” (Video)

Un portiere può diventare l’eroe della squadra quando si arriva ai rigori, ma nessuno può pensare cosa accadrebbe per la rottura delle dita.

La vittoria della Champions League è una dei più grandi traguardi obiettivi di tutti i calciatori, con la speranza che è sempre quella di essere decisivi alla lunga per il successo finale con il portiere che può essere decisivo, ma una volta è accaduto che questo suo straordinario rendimento diventasse addirittura dannoso per la propria vita, tanto è vero che accade un qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto immaginare con la rottura delle sue dita.

Dito rotto Champions League (Pixabay)
Dito rotto Champions League (Pixabay)

Realizzare grandi traguardi a livello europeo è sempre stato il sogno di tutti i calciatori, anche perché è proprio questo tipo di palcoscenico che permette tutti gli effetti di ottenere la grande consacrazione in carriera per poter essere ricordati nel corso del tempo come uno dei più grandi della propria generazione.

La Steaua Bucarest non è mai stata considerata come una squadra di primo piano che potesse ambire a questi traguardi, ma nel 1986 riuscì a realizzare un’impresa che è entrata di diritto nella storia del calcio, con il portiere Helmut Duckadam che divenne lo straordinario protagonista della finale contro il Barcellona.

Quel giorno a Siviglia era tutto pronto per il primo successo nella grande competizione internazionale della storia catalana, ma in realtà si assistette una partita a dir poco soporifera con lo 0-0 che non si schiodò per tutti i 120 minuti, prima di arrivare ai rigori dove divenne lo straordinario protagonista proprio il portiere rumeno.

Alexanko, Perraza, Pichi Alonso e infine Marcos, tutti e quattro i calciatori spagnoli vennero fermati sul più bello proprio da Duckadam che parò tutte e quattro le conclusioni, rendendo così vani gli errori iniziali di Majearu e Boloni, permettendo così ai suoi di poter realizzare i due rigori decisivi con Lacatus e Balint per uno straordinario successo.

Al ritorno a Bucarest la squadra venne accolta da una grande folla con un grande entusiasmo, con il governo dittatoriale di Ceausescu che inizialmente si dimostrò orgoglioso della squadra in particolare di Duckadam, ma il dittatore a un certo punto divenne geloso del numero uno della Steaua.

Il sogno di Duckadam finisce dopo la gloria: rottura delle dita

Non si è mai capito se si trattasse di una leggenda o di realtà, ma in Romania sono davvero tanti a portare avanti questa teoria, ovvero quella che preso dalla gelosia nei confronti del portiere Duckadam, Il dittatore Ceausescu decise di fargli rompere le dita in modo tale da non poter giocare mai più a calcio.

Diciamo che quantomeno può essere abbastanza credibile, considerando come quello rumeno sia stato sicuramente uno dei più sanguinari e violenti tra i governi di ceppo sovietico degli anni ’80, senza dimenticare poi il fatto che effettivamente quella di Siviglia fu la sua ultima partita e non aveva neanche vagamente 30 anni.

 

Da lì in poi lui non ha mai voluto parlare di quel fatto, lasciando il tutto sempre un po’ al mito e alla fantasia popolare, ma quello che sicuramente è rimasto impresso nella memoria di tutti è stata quella finale pazzesca di Siviglia, la prima volta che l’est Europa è stato in grado di arrivare in cima al Continente, rimanendo anche l’unica nella storia del calcio rumeno.

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