Quando il Var non può essere chiamato in causa: la regola che fa imbestialire i tifosi

Il Var è stata una delle più grandi rivoluzioni nel mondo del calcio, ma ancora oggi dopo tanti anni, il suo utilizzo divide i tifosi.

Il 2017 sembrava dover essere l’anno delle definitiva rivoluzione del mondo del calcio, con le polemiche che non sarebbero più esistite grazie all’introduzione definitiva del Var, ovvero la Video Assistant Referee, con gli arbitri che avrebbero avuto modo di poter rivedere certe azioni.

La tecnologia era richiesta a gran voce da tutti, soprattutto dopo un periodo dove alcuni errori macroscopici erano costati anche una qualificazione al Mondiale, come nel caso del vergognoso gol di Gallas in Francia-Irlanda, ma ci sono ancora dei punti oscuri nel suo utilizzo.

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Il calcio infatti ha deciso di non utilizzare il Var come può avvenire per esempio con la pallavolo o con il Falco del tennis, perché in quel caso sono le squadre o il giocatore a chiamare il controllo di un’azione che è stata mal interpretata.

Si hanno sempre un limite massimo di richieste di Var, perché naturalmente non si può continuamente fermare l’azione e il gioco per quelle che in troppi casi risulterebbero essere solamente delle perdite di tempo.

Nel calcio invece l’aiuto all’arbitro deve essere obbligatoriamente richiesto dallo stesso direttore di gara, o quantomeno da coloro che si trovano nella sala adibita al Var, dove possono vedere già dai vari schermi ciò che è accaduto e che è sfuggito al loro collega.

Non sempre però si può chiamare il Var, anche in circostanze dove è evidente l’errore dell’arbitro e ci potrebbe essere modo di intervenire.

Uno degli esempi più eclatanti è per esempio il calcio d’angolo, perché questa non viene considerata come una chiara ed evidente azione da gol, ma da una valutazione errata su di una deviazione o meno sono nati spesso tante reti che sarebbero da considerarsi irregolari.

Il Var non decide le deviazioni: problemi anche sulle espulsioni

Tra le principali critiche al Var vi è anche quella legata a una possibile espulsione che non viene valutata inizialmente come meritevole di cartellino rosso.

All’inizio addirittura non vi era la possibilità nemmeno di contraddire l’arbitro nel momento in cui questi avesse inizialmente deciso per un’ammonizione, dato che si trattava di un’azione che aveva visto e valutato, ma ora in caso di eclatanti errori ci può essere un aiuto da parte della tecnologia.

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Un altro aspetto dove il Var non può essere chiamato riguarda i falli che non sono da calcio di rigore, anche questa una strana decisione, perché un’eventuale simulazione al limite dell’area che porta al gol non può essere sbugiardata dalla tecnologia.

C’è ancora sicuramente tanto da lavorare per poter aiutare gli arbitri in una perfetta conduzione di gara, ma intanto il Var è di grande aiuto, anche se in Juventus-Nantes non è stato brillantemente usato.