Perché le gestioni Conte sono fallimentari: la Juve non ricada nel tranello

Antonio Conte è sicuramente un grande allenatore, ma creare un progetto con lui è impossibile e la Juventus non deve cascare nel tranello.

L’addio di Antonio Conte con il Tottenham sancisce la fine della peggior esperienza del tecnico pugliese in panchina dai tempi dell’Atalanta a oggi. Dai bergamaschi in poi ci sono stati tanti successi tra Juventus, Italia, Chelsea e Inter, ma tutti hanno sempre lasciato l’amaro in bocca.

Puntare sull’ex Capitano di Madama rischia di essere infatti un gravissimo errore che potrebbe minare gli equilibri che ha faticosamente creato in questa stagione Massimiliano Allegri. Vediamo allora perché i bianconeri non devono cascare nel “tranello” e riprendere Conte.

Antonio Conte
Antonio Conte (Fonte: Ansa Foto)

Ci tengo a precisare che non si tratta di un attacco diretto né al Conte uomo né al Conte allenatore da campo. Voglio porre l’attenzione sul Conte capace di poter creare un progetto a lungo termine.

Ogni allenatore chiede sempre di poter lavorare con serenità per tanto tempo, mentre Antonio sembra detestare questa situazione. La sua idea è di creare una squadra da “tutto e subito“, spremendola all’inverosimile per poi lasciare la patata bollente ai suoi successori.

Notiamo come, escludendo l’esperienza alla Juventus, comunque la prima in una grande squadra. Non è mai rimasto più di due anni e, qui compresa anche l’avventura con Madama, se n’è sempre andato sbattendo la porta.

Via nel ritiro del 2014, continue critiche sugli stage della Nazionale, accuse di spogliatoio spaccato al Chelsea, chiari riferimenti alle mancanze della dirigenza dell’Inter e ora attacchi frontali alla storia e alla mentalità del Tottenham.

Davvero è questo che si vuole per il futuro della Juventus? Un tecnico vincente per poco tempo e che poi obbliga il suo successore a far ripartire tutto da capo?

Conte alla Juventus è un rischio: meglio continuare con Allegri

Sfatiamo anche il mito che le squadre di Conte giocano bene. Il tecnico pugliese fa giocare ad alto ritmo le sue realtà, il che è ben diverso da farle scendere in campo in maniera divertente.

Il 3-5-2 ha preso il posto del 4-2-4 come mantra e nella gestione di questo modulo probabilmente è il numero uno al mondo. L’Inter 2019-20 e 2020-21 non aveva la struttura per potervi giocare, ma dopo un anno di apprendistato, la squadra ora sembra ancora perfettamente plasmata con questo schema tattico.

Manca però sempre il famoso “Piano B”, caratteristica che lo ha portato a fallire sempre in Europa. Nonostante un campionato in rimonta, un’Europa League brillante e una Coppa Italia per ora da semifinale, ad Allegri viene ancora rinfacciata l’eliminazione ai gironi di Champions League.

Conte non mi sembra proprio la migliore alternativa, dato che l’ultima vittoria in una gara a eliminazione diretta risale al 2012-13 in Juventus-Celtic. Antonio è stato un simbolo dei bianconeri e con l’addio di Agnelli potrebbe anche tornare, ma è davvero meglio di no.

Non ce ne voglia il tecnico quattro volte campione d’Italia, ma in questo tsunami che ha, e sta travolgendo la Juventus c’è bisogno di serenità e soprattutto di continuità.

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