Presidente sbeffeggia la squadra e ora va peggio di prima:“ Abituati alla mediocrità”

Un Presidente deve farsi voler bene fin da subito quando arriva in una nuova squadra, ma la storia era d’amore tra le parti è partita male.

Arrivare in una nuova società non è mai semplice per un Presidente che deve essere bravo a creare un legame con la città. La situazione si fa ancora più complicata quando si arriva in una provincia diversa da quella di origine e bisogna sempre stare molto attenti a come si parla.

Massimo Cellino
Massimo Cellino (Fonte: LaPresse)

Stiamo parlando di Massimo Cellino e del suo approdo a Brescia che non sembra di certo aver regalato un grande sodalizio tra le parti.

L’imprenditore sardo decise infatti di acquistare le Rondinelle nell’estate del 2017 e una delle prime azioni che decise di intraprendere fu quello di alzare sensibilmente gli abbonamenti. I lombardi venivano da anni bui, con la morte del Presidente Gino Corioni che aveva portata la squadra a essere in mano alle banche.

Gli investimenti erano dunque limitati, per questo motivo il sensibile aumento del prezzo degli abbonamenti venne visto da Cellino come la logica conseguenza per una piazza che era ormai abituata alla mediocrità.

Una frase che sembrava poter invecchiare molto bene, perché dopo un primo anno complicato e una salvezza conquistata all’ultima giornata, il tutto cambiò la stagione seguente con la promozione in A.

Da quel momento iniziò un calvario però per i tifosi della Rondinelle, con la retrocessione che avvenne con svariate giornate d’anticipo e ora l’incubo della Serie C è ormai un realtà accertata.

Il problema è che forse a molti tifosi della Leonessa sta mancando tantissimo quella famosa mediocrità decantata da Cellino, perché la terza serie rischia di avere conseguenza disastrose.

Cellino ride di Brescia e ora vede la C: il disastro del Presidente

Brescia è una piazza storica del calcio italiano e parlare di mediocrità fin da subito era chiaro come si sarebbe ben presto trasformato in un boomerang. La Leonessa infatti non disputa la Serie C dalla stagione 1984-85 e da allora è sempre stata solo in A o in B.

Il problema però è come i biancoblu siano crollati anche da un punto di vista del valore regionale e peggio ancora provinciale. Fino a qualche tempo fa infatti sarebbe stato assurdo pensare a un Brescia secondo all’interno della provincia, ma con tutta probabilità è ciò che si assisterà nel 2023-24.

La Leonessa si trova ultima in classifica, mentre in Serie C i “Leoni del Garda” della Feralpi Salò si trovano a quattro punti di margine dal secondo posto della Pro Sesto. I gardesani dunque sognano il sorpasso nei confronti della città, con il derby che sembra ancora essere un miraggio.

Nel 2017 il Brescia era la quarta squadre lombarda, oggi è la settima e rischia di crollare ancora di più. Forse la mediocrità non era poi così brutta per la Leonessa e Cellino ha già avuto riscontri poco lusinghieri dalla tifoseria.