La Juventus ha uno stemma che ormai è facilmente riconoscibile, ma pochi conoscono la storia del primo storico logo di Madama.
Riconoscere una squadra tramite il suo simbolo ormai è molto semplice. Si tratta di un marchio che permette di far balzare subito alla testa una società gloriosa e per questo motivo molto spesso ci sono delle novità nel corso degli anni.
La Juventus di recente ha deciso di utilizzare l’effetto minimal, con due linee che vanno a comporre la “J“, ma in passato il primissimo stemma era completamente diverso rispetto a quello odierno.
Prima di tutto è molto singolare constatare come in realtà non ci sia stato un primissimo logo con la nascita della società, infatti si dovettero aspettare ben otto anni per la sua realizzazione.
Nel 1897 non c’era stata la volontà di dare alla Juventus un simbolo, ma il cambiamento avvenne nel 1905. Un anno storico per la società, perché per la prima volta riuscì a vincere il campionato.
Si doveva dunque dare un logo a una squadra che stava per imporre in maniera indelebile il proprio nome nella leggendaria storia del calcio italiano. Per questo motivo si scelse di continuare con il latino anche nel simbolo.
Lo stemma fu fin da subito facilmente riconducibile a quello che è stato utilizzato nel corso degli anni a venire. La struttura ovale non è praticamente mai stata toccata e oltre ai colori bianconeri al centro c’era il toro della città di Torino.
La particolarità era però legata a ciò che era stato scritto al di sopra, messo quasi a modi pergamena e con la frase in latino “Non coronabitur nisi qui legitime certaverit“, il che significa “Non riceve la corona se non chi ha combattuto secondo le regole.”
Primo stemma della Juventus: frase storica
Dunque questa frase potrebbe essere una bella risposta a tutti coloro che hanno sempre accusato la Juventus di “rubare”. Fin dalla sua nascita dunque si è cercato di apportare alla volontà di vittoria la necessità di farlo secondo le regole.
La frase però non è di certo stata detta da un possibile tifoso o fondatore della Juventus, un manipolo di splendidi giovani. Per risalire infatti all’autore dobbiamo tornare a pochi anno dopo la nascita di Gesù Cristo.
Si tratta infatti di una delle perle del teologo Paolo di Tarso, nato appunto nella città che attualmente si trova in Turchia. Si tratta di uno degli apostoli di Gesù e fu un martire, dato che morì nel 67 d.c. in seguito alla persecuzione di Nerone.
Non fu dunque casuale il fatto di unire una frase in latino con la religione. La Juventus voleva imporsi fin da subito come una squadra che potesse essere vicina alle masse e al popolo e in quegli anni mostrarsi colti e religiosi era il non plus ultra.
Da lì in poi il mondo è cambiato, ma lo stile Juventus è rimasto intatto, per questo motivo ancora oggi è così tanto amata.