“Ci stai facendo perdere un altro Scudetto” Lite furiosa e l’allenatore perde la testa

Gli allenatori sono sempre al centro dell’attenzione e perdere uno Scudetto tante volte crea dei malumori interni che sono duri da digerire.

Vincere è una caratteristica che non è sicuramente comune a tutti, tanto è vero che sono moltissimi gli allenatori che non sono stati in grado nel corso della propria carriera di ottenere dei risultati tali da poter essere considerati dei vincenti, soprattutto la vittoria dello Scudetto è un qualcosa di estremamente complicato che porterebbe così molti uomini a diventare assolutamente idolatrati dalla fola diventando dei beniamini.

Lite allenatore (Ansa Foto)
Lite allenatore (Ansa Foto)

Il 5 maggio è una delle date in assoluto più iconiche della storia, con la morte di Napoleone Bonaparte che ha segnato a tutti gli effetti la storia recente dell’umanità, con il condottiero francese che ha saputo, nel bene e nel male, influenzare le vicende davvero come pochissimi altri nella storia.

Per la Juventus 5 maggio vuol dire però anche molto altro, tanto è vero che i bianconeri vinsero uno degli Scudetti in assoluto più pazzi della propria storia, con una rimonta a dir poco memorabile sull’Inter, completata così con uno Scudetto che ancora oggi viene ricordato come uno dei più amati di sempre.

Quel giorno, ironia della sorte, fu l’attuale allenatore della Beneamata uno di quelli che più di tutti condannò la sua attuale squadra alla resa, perché Simone Inzaghi era in campo in quel caldo pomeriggio romano e fu proprio un suo colpo di testa a spegnere i sogni di gloria meneghini.

La Juventus stava vincendo al Friuli di Udine per 0-2, con Alessandro Del Piero e David Trezeguet che continuarono a segnare gol preziosissimi per la Signora anche negli anni successivi, ma mentre i piemontesi facevano il proprio dovere nel nordest, lo stesso non si poteva dire della banda di Cuper.

Inzaghi come Cuper? L’allenatore rischia un altro 5 maggio

In quel pomeriggio di 20 anni fa, tutto lo stadio Olimpico era vestito a festa di sciarpe e bandiere nerazzurre, è noto infatti il gemellaggio tra Inter e Lazio, con i tifosi biancocelesti inoltre che non volevano in nessun modo far sì che il titolo finisse a Torino o, peggio ancora, nella bacheca dei cugini giallorossi.

Il terzino sinistro Gresko fu però a dir poco disastroso, commettendo una serie di errori che permisero al ceco Karel Poborsky di segnare una doppietta che nel primo tempo annullò le reti del vantaggio di Christian Vieri e Luigi Di Biagio.

Nella ripresa ci si aspettava però la rete dei nerazzurri, invece dopo poco segnò il grande ex Diego Pablo Simeone, con un’incornata che lasciò di sasso Toldo e poco dopo fu un’altra inzuccata di Simone Inzaghi a superare il portiere della Nazionale per un 4-2 che chiuse definitivamente i giochi e tagliò le gambe alla squadra.

A distanza di 20 anni il tecnico piacentino ha l’opportunità di farsi perdonare, anche se sta rischiando seriamente di vivere un altro 5 maggio, perché la sconfitta nel recupero con il Bologna ha messo l’Inter nelle condizioni di dover inseguire sempre di più il Milan, con il campionato che ormai sta volgendo al termine la sfiducia che serpeggia sempre di più nell’ambiente.

Sarà la volta buona che Inzaghi faccia dimenticare il 5 maggio 2002, oppure sarà ancora una volta protagonista della disfatta?